Con questa guida ci addentreremo nel mondo dei modi di dire inglesi, o idioms.
Più che elementi linguistici, i modi di dire esprimono aspetti culturali strettamente legato alle abitudini e alla storia di un determinato paese. Padroneggiarli richiede tempo, studio, curiosità e meglio ancora il contatto diretto con il paese di cui si studia la lingua.
In questa articolo vi facciamo scoprire molti tra i più comuni e interessanti modi di dire, proverbi e idioms della lingua inglese, evidenziando quando per un modo di dire inglese o espressione idiomatica inglese esiste o meno una corrispondenza con l’Italiano e le motivazioni storiche e culturali delle eventuali differenze.
La tentazione di tradurre letteralmente un modo di dire in Inglese è comune ed istintiva. Come insegnante di lingua inglese potrei riportare un catalogo pressocchè infinito di audacissime traduzioni letterali.
Facciamo qualche esempio?
Queste traduzioni sono perfette per farsi due risate durante una discussione a proposito delle differenze tra Inglese e Italiano, perchè sono il classico esempio di espressioni che non possone essere tradotte alla lettera, ma se le utilizzate durante una vera discussione in Inglese vedrete un grosso punto interrogativo comparire sul volto del vostro interlocutore.
Come comportarci quando non conosciamo l’equivalente in Inglese di un modo di dire italiano? La strada più sicura è abituarsi ad esprimere il concetto con altre parole e nel frattempo leggere con attenzione questa guida!
Ecco dunque alcuni modi di dire che utilizziamo spesso in italiano, per i quali, non potendo fare una traduzione letterale, in inglese dobbiamo limitarci a veicolare solo il senso.
Nonostante le insidie, in alcuni casi i proverbi e le frasi idiomatiche italiane hanno una sostanziale corrispondenza in Inglese. Attenzione però, fissate bene in mente le differenze a la corretta traduzione.
Molti modi di dire, siano essi propri della lingua inglese o di quella italiana, hanno spesso storie interessanti legate alla loro origine. Ciò non fa che renderli ancora più affascinanti: non è incredibile che, nonostante molti di questi siano stati creati centinaia o migliaia di anni fa, continuino a resistere nella lingua odierna? Ma diamo un’occhiata più da vicino alle origini più curiose, sia dalla storia italiana sia di quella inglese.
In passato, non sempre i prodotti venduti erano di particolare qualità. Prendiamo utensili un tempo largamente utilizzati, come le asce ad esempio: in molti casi potevano diventare piuttosto pericolose, in quanto durante l’utilizzo le teste potevano saltare via dal manico. Da qui l’utilizzo dell’espressione per descrivere una rischiosa “perdita del controllo”.
In un’epoca in cui il frigorifero sarebbe stata considerata un’invenzione frutto di una potente stregoneria, per i lunghi viaggi in mare, i marinai non potevano fare altro che caricare le proprie navi con provviste che non si sarebbero deteriorate durante i viaggi. Una di queste era la cotenna al sale, in gran parte costituita da grasso, a cui i marinai ricorrevano in mancanza di altro e spesso con delle rimostranze. Questo borbottare divenne noto come “Chewing the fat”.
A fine ‘800, in America iniziarono a comparire i primi Carnival games, i precursori dei moderni luna park. I premi che si potevano vincere giocando alle attrazioni erano però ben diversi dagli attuali pupazzi o peluches: essendo giochi rivolti agli adulti, infatti, venivano messi in premio dei sigari. Ecco perché se si arrivava vicino alla vincita, senza però riuscire a conquistare l’ambito “trofeo”, si usava dire “Close but no cigar!”.
Nessun fenomeno di fantascienza ma di pura astronomia. Con blue moon, luna blu, si indica la seconda luna piena all’interno di uno stesso mese. E’ stata la rarità dell’avvenimento a dare origine al termine, dal momento che ha luogo all’incirca ogni 3-5 anni. Inolte, in occasioni ancora più rare, e in particolari condizioni atmosferiche, la luna sembra effettivamente cambiare colore.
La versione italiana di questo idiom denota un fattore decisamente culturale, legato alla religione più diffusa nel paese: quella cristiana. Qui il concetto è stato collegato a un avvenimento piuttosto raro, come appunto la morte di un papa.
“Under the weather bow”: era così che i marinai un tempo si riferivano alla parte della propria imbarcazione che avrebbe avuto l’impatto più forte con il vento durante le tempeste. Per ripararsi, ma soprattutto per evitare di avere il mal di mare, ecco che i marinai si riparavano nelle proprie cabine, e quindi proprio sotto quella stessa parte della nave “under the bad weather” finché la tempesta non passava.
Che modo migliore di imbrogliare qualcuno se non facendogli trovare un bel gatto in un sacco che invece avrebbe dovuto contenere un piccolo maialino? Oggi sembrerebbe una follia, ma a quanto pare, nel Medioevo questa era un’abitudine piuttosto diffusa tra i venditori ambulanti più “furbetti”. Essi erano soliti scambiare questi animali per alcuni decisamente meno costosi, come i gatti. I maialini infatti, una volta venduti, venivano messi in sacchi per permettere a chi li comprava di portarli a casa senza problemi. Ma quando si apriva infine il sacco, il gatto che ne usciva rendeva palese la fregatura!
Nell’Antica Roma, si pensava portasse sfortuna alzarsi poggiando i piedi dalla parte sinistra del letto.
Per tracciare le origini di questo modo di dire dobbiamo spostarci in Francia: si credeva infatti che dietro le pareti di ogni sala del Louvre si nascondesse un sistema di tubi, usati per ascoltare le conversazioni in tutto il museo.
Per tracciare le origini di questo modo di dire dobbiamo spostarci in Francia: si credeva infatti che dietro le pareti di ogni sala del Louvre si nascondesse un sistema di tubi, usati per ascoltare le conversazioni in tutto il museo.
La leggenda vuole che questa espressione sia stata inventata dall’ammiraglio Horatio Nelson, che si dice utilizzasse il suo occhio cieco per guardare dal telescopio, riuscendo comunque a dare ai propri superiori informazioni molto precise, che lo portarono a vincere diverse battaglie.
Nell’antichità, l’acquisto di un cavallo dipendeva principalmente dall’età, che si poteva capire dallo stato più o meno buono della dentatura. Come? Semplicemente guardando all’interno della bocca!
Una delle credenze di qualche secolo fa riguardava la Luna calante: si pensava infatti che potesse fare impazzire le persone; tant’è che nell’Ottocento, un uomo accusato di omicidio, tentò di difendersi proclamando come colpevole proprio la Luna!
Questo modo di dire deriva dal fatto che, in rarissime occasioni, alcuni bambini nascono ancora avvolti dal sacco amniotico, che non si rompe durante le varie fasi del parto. Pare che, sin da tempi remoti, questo fosse considerato un evento molto fortunato, addirittura legato al destino di diventare principi o re.
Un’altra spiegazione del detto deriva dall’antica usanza, piuttosto comune per i parenti di un nuovo nato, di regalare una camicia, dono che solo in pochi potevano permettersi, in quanto considerato un lusso.
In questo caso, l’idiom inglese ha un’origine piuttosto simile: in occasione di un battesimo, i padrini di estrazione aristocratica erano soliti regalare un cucchiaio d’argento ai bambini.
Nell’antichità, si pensava che sentire un ronzio improvviso nell’orecchio destro volesse dire che qualcuno stava spendendo belle parole sulla persona interessata dal fastidio. Un ronzio nell’orecchio sinistro, invece, era sinonimo di malelingue.
Sin dal medioevo si pensava che gli occhi dei coccodrilli iniziassero a lacrimare nel divorare una preda. In alcuni casi, si raccontava che fossero le femmine di coccodrillo a “piangere”, dopo aver divorato i loro cuccioli…
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